venerdì 8 marzo 2013

Morto da vivo.



A Davs Bloodink.

Oramai siamo solo molto molto simili a delle piccole escrescenze sul muro della viltà . 

Credo che non abbia senso vivere. 
Arrivato ad un certo punto di introspezione ed estrospezione, uno si rende inevitabilmente conto che alla fine non c'è nulla che ha senso, nessuna delle azioni che si compiono sulla terra o nell'universo. 
Aderiamo, quindi, con grande semplicità per giunta, all'atmosfera sociale, siringhiamoci tre o quattro o più valori nelle vene e nelle ghiandole e nelle vagine e così andiamo avanti! Si!
 Finché non si muore di morte naturale o non naturale quindi artificiale, finché non si diventa fatti d’avorio, fino al nostro funerale.
Io non ho davvero nulla se non lo scrivere, che poi è davvero nulla. È solo una schizofrenia idiota e molesta costruitasi da sé per murarmi dal mondo.
Le percezioni, pertanto o per poco, saranno frivole leggere o estremamente colorate e inquietanti, gli stimoli saranno finti e per questo come li voglio io, le persone risponderanno al mio sistema che non esiste e non esisterà.
È tremendamente vero che non ho una realtà. È tremendamente vero che scrivere è divenuto l’unico modo per inquadrare il mondo e poterlo comprendere e analizzare.
 Che ironia! L’unico modo che ho per vedere le cose è quello di inventarmele da me. Siamo proprio merdosi noi uomini!
Credo che ora ho solo voglia di non esserci più al mondo. Credo che ora non ho più voglia nemmeno di avere voglia. Credo che alla fine e con sommo compiacimento le mie delusioni inesistenti hanno reso me inesistente invisibile insensibile impercepibile. Morto da vivo.

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