lunedì 21 dicembre 2015

Sir Fosforo strikes back

Sir Fosforo strikes back
(o breve componimento per Eraclito)

E invece, e invece e invece,
parlando del desiderio di voler morire
contrapposto però a quello di Psychosis 4.48,
ci sarebbero tante che dico tantissime cose
da sviscerare.
Prendi lui, ad esempio, con la sua giacca di squame
e tante coppe appese al collo per ricevere
per accogliere
per abbracciare.
Prendi lui, ad esempio, emissione ricevente e non mittente
che conosce la propria intima grandezza- derivata
dall’aver compreso l’assurdità connaturata
alla condizione d’essere tutti
la stessa triste anima/io
racchiusi come acciughe acitane-
e tuttavia di questa grandezza non si fida,
vuole metterla alla prova attraverso il contrasto,
come farebbe Ares, come farebbe Eraclito,
perché è tutta sua è tutta di tutti
ma non la sa e non lo sanno.
Prendi lui, ad esempio,
esaminalo nel momento in cui la morte è il desiderio
di comprendere è il desiderio di comprendere e nulla più
si è stanchi di non comprendere d’altronde
stanchi di stupidità innata
che rende il cervo capace
di piegare le corna nonostante il dolore.

E invece, e invece e invece,
parlando del marciume sociale, sì.
Argomenterò una tesi non specificata
facendo diretto riferimento ai miei occhi patinati di brina.
In particolare, porto in esempio
questa iena dalla pelle più liscia di Sir Philip Sidney,
che voleva nella foga di sesso e dolore
rincontrare l’Animus, il Daigomi, il Piacere
ciò che c’è di caldo in un vortice
e di messia in un apocalisse.
Non solo: La iena cercava dunque
in un mondo tutto maschile
l’attuazione di un sentimento già maschile
e la realizzazione di un’Anima dimenticata
nella polvere delle piccole labbra.
I fiori non erano decadenti lacrime di freschezza
o polline che s’accumula ai lati delle ciglia,
scegliere in tentazione la spada e non lo scudo,
farsi prendere per farsi accettare
ma non come entità indipendente seppur iena
pensante, emotivamente creatrice, no!
Come semplice dannato pezzo di carne.
È pur sempre il prezzo da pagare
per la ricerca del proprio dio, me ne rendo conto.
Tuttavia, l’ipotesi che la divinità sia solo
un idolo innestato a forza nello sterno
dalla pressa a fuoco del tintinnante rumore della società
è da irrinunciabilmente tenere in conto.
Ed è questo il consiglio che esce fuori dalla boccia del pesce

S. Agostino che ruba.
Piccole velate oceaniche teste di donna,
dove sono nato? Sono nato?
Non ero anche io
solo un piccolo Mi minore
lanciato lì a caso
nella sinfonia?
È la dolcezza è la bellezza
che sono rare inesistenze applicabili
in circostanze estremamente circoscritte
come il dolore o la bile nera.
Da sotto il tuo elmo non vedo altro che tuoni.

S. Agostino che ruba.
Foce e alla foce lava
le scarpe non ci serviranno.
S. Agostino che ruba e intendo l’acqua dal mare
con le sue vecchie mani nodose

Condannati ad un semplicissimo rituale,
parlo della memoria.
Quando ti snodi tra arpe
e puoi afferrare con certezza
non un misero maledetto digitus
ma la compresenza, ascolta bene, la compresenza
del tempo
come un’ amalgama di passatopresentefuturo
in una successione di velocità impercettibile.

Da qui la saggezza, un generale
che non veste divisa e non conosce
il saluto militare.

Veramente, vorrei con sangue ed ossa
poter tirare fuori il vero petto
dal petto,
questo muscolo d’oro colato
temo che potrei
non farcela
a ricrearlo sotto forma
di essenza sensibile
di messaggio vitreo per gli occhi,

la statua da spaccare la spacco
e ancora non svela
mentre mi aspetterei di trovare sangue
trovo solo significanti e i relativi contenuti
ma anche qui non c’è per niente da fidarsi
e allora
si potrebbe supporre dunque
l’inesistenza di una motivazione
ma ciò renderebbe lo sdraiarsi immobili per terra
l’unica cosa sensata.
Sir Fosforo
non ebbe tuttavia paura di ripetere il giuramento imparato sui libri
e decise
che non avrebbe avuto paura di recidere qualsiasi cordone ombelicale
si sarebbe frapposto tra lui e quel tesoro che un sogno di un febbraio dimenticato
gli aveva già fatto vedere.
Indossando l’elmo si accorse che sudava e si tolse l’elmo.

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