giovedì 17 dicembre 2015

Nel bicchiere d’Alceo

Nel bicchiere d’Alceo

Aver perso di vista il centro
aver comunicato, lucertola,
il centro del sole in un taccuino
in un declino
di matte immagini casuali.
Tutto ha senso
tutto non avendo senso,
coda che sbatte
su una testa di polvere verde smeraldo
e separando
la muffa dal cervello,
l’avvizzire di dio
dal dio interiore,
gli agnelli dalle arieti
i vitelli dai tori
e così via.
--Nel frattempo
vino che non era stato miscelato
vortica nel bicchiere d’Alceo,
vi sono finestre a forma di Noia
o, all’estremo opposto,
d’Estasi

Il tulipano
l’elefante
l’hashish
l’oltretomba
Montale
il tempo

Così disperso,

cacciavite che non avvita,
sesso e testa conica
per d’acutezza penetrare le vita
insieme ad un paio di corna
rivolte verso il basso

Possesso non possesso gelosia
salvia
rosmarino

Animali in catene
sorridi, sorridi,
col tallone provi a scalciare via
te stesso dalla mangiatoia,
presto sarà il corpo
il mangime
il corpo e la mente

Così divorate
ed ammaestrate a divorare

Vortici fiori blasfemia
un tunnel
e ti porterà
dove l’uomo non è coglione
dove non serve il Natale
o la giustapposizione
di libero pensiero e pubblica
offesa televisiva
difesa come da un milione
di denti d’idiota
di cosa parli, profeta?
Hai forse preso il tuo bastone
che un tempo
altro non era
che il principio stesso di luce e di buio
e addosso l’hai messo
dietro al collo sulle spalle
a mo’ di gogna?
Di cosa parli, profeta?
Con orecchie canine
il fallo in mano
è volontà di potenza solamente cieca
se non è contrapposto
alla variegata immensità di dettagli
di questo telaio.
Capisci, illumina.
Capisci, soprattutto.
Poi potrai illuminare.

Ma cosa?
To shed light on what?

Irraggiungibile la mano
che dal futuro
nel futuro
rivela una possibile felicità dinosauro
che non sembra questa volta coperta
dal rosso drappeggio del palcoscenico
né impacciata da stracci

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