sabato 5 dicembre 2015

A Jung e a Cecco Angiolieri

A Jung e a Cecco Angiolieri

Per vivere avrò comunque bisogno
del contrasto,
del cazzo e della fica
metaforizzati
che senza manette
in agonistico scontro
possono anche scambiarsi i ruoli

Tant’è che dove vai vai
qui intorno
trovi solamente
natura florida e decadente
fiori come seni
rami come gambe
eccetera eccetera.

È dunque questa l’alchimia?
Produrre saper produrre correlativi oggettivi
muovendo da un occhio
da un gatto
da un profilo di donna
da un suono?
È che tutto contenendo tutto
e l’occhio e il gatto
e il profilo di donna e il suono
nascondono l’universo

Arriveranno le menzogne
al di fuori di me
a pestare  le anime più pure
all’interno di me
minacciandole
di farle sorridere in televisione

Le poesie pensate… le migliori!
Non le vedi nemmeno.
È pura forma che s’avvinghia
a puro significato
che è oceano
comprendente me e il resto.
Dunque in fondo poesia è il nucleo
se inteso
come radicale base creativa
che per comunicare
scinde
un mondo un contorno
che realmente non è-.

Il senso, ironico d’altronde,
è che comunicare equivale
a scindere
e scindere equivale
a falsare
la Nike d’avorio incastonata
nelle arterie

(Poi varie urla in dialetto romanesco
ma soprattutto in siciliano)

Ma che dici? AOOOOOOO!!!!!
Che dici?

Ma cchi spacchiu sta rricennu chissu?
Pezz’i vastasu!
Vena cca.
Tu fazzu avviriri iu
cchi boli riri
pigghiari a virità
ie unchiarila rai coppa!
M’addivittii, m’addivittii però!




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