martedì 22 luglio 2014

Mary



Mary
Mary è durata poco perché era debole.

Tanti saluti al Generale Dumbo,
giuro che scriverò pulito
e che riderò.

Il fantasma
uno spirito mai pensato
l’insignificante miscreanza

Una pergamena le cose messe al sole
nella biancheria del tempo,
non rovinarti la paura che hai
e la pietra
cade volontariamente giù.
Alla prima titubante
esperienza della morte
ci hanno deriso un po’ tutti

Un grillo
le tenaglie dei ragni

Un testimone
venuto fuori dalla Pluviale
non vorrà piangere più
non vorrà farsi dipingere più


*


Patetiche
le centotrenta baionette
unica arma in dotazione
nel deserto
dei respiri
dell’anima

Frattanto le cose
prendono vita
una ad una,
il tremendo
rumore
delle bambine

Sottointeso:
Io non sono.

Maldestri
nell’impero delle tenebre.
Il dentista mica è gratis!!

Dalla cellula sporca che sei
dal tifo che sei
una tomba per due
un orizzonte
incatenato per forza
sbranato dagli insetti
e meticoloso
nel suicidarsi
col cervello.

Pienamente d’accordo
a non stempiarsi
e a terminare
il vagone.
Cominceremo dall’India,
contorti
e pace mai

Non posso capire
di certo
la gravità
dell’avvenimento
e Paura
invecchia con noi
come noi

Tanti dannati saluti
al capitano!!
Che sia chiaro
che la sorte non sorride
che le lamette sporche
intendono e fanno.
Il ramificarsi
in cortecce
la pesantissimi conclusione
dell’Arcadia
il moribondo
il comandante sporco dentro
l’intimissima mannaia
oppure Seung Mina
che bella che era

Non tagliuzzarti
non vestirti bene,
l’anima pretende
di riascoltare tutto,
l’opossum si macchia
del peggior peccato
tutti quanti dipinti
di rosso e blu
nella battaglia
del ventre bianco
contro il ventre nero

Stipare
pezzi di stomaco
nei barattoli  di vernice verde,
provaci ad oltrepassarti


*


Piccola pietra
sul lago temporale
è cominciata da un pezzo
la vita.

Il cervo
“Siamo troppi”
e si fracassa la testa
su una conifera.
Mostri partoriti
dal Social Network,
scommetto che non mi ameresti.
Comunque
i laghi del Kazakistan
il sale come piaga dell’anima.

Il fiume non torna più,
tetra la dimensione
che ora non puoi vedere,
fortezza-ossa
niente in caverna
oh buio devastami
prima non vedrai niente
poi ti ci abituerai,
il ciclo non si chiude
e non si potrà mai sapere
quanto tempo mentale
c’è qui sopra

Ai tempi
solo i veterani
avevano il coraggio
di bestemmiare,
quando Artiom 6 dita
fumò addosso a sua figlia illegittima
per riscaldarla,
e il coltello
venne fuori fin da subito
in quella guerra
di calci e scimmie.
La fabbrica dei mostri
generò noi nel tempo,
un concetto
che non si può spiegare


*


Scappare
implica
foglie
e nascondino con Caos
pirotecnico
l’orizzonte
meccanicamente
scarnificati
all’osso

Galline
che mangiano altre galline
dal buco del culo

Non voglio
che le cose
rimangano morte

Spilli in blu sangue up-side down
epigrafe  scintilla
in circa
2 dosi complete
di notte
la paratoia
sopra di me
ali


*


Era il 18 luglio
perché non era
né il 17 né il 19

Mi mancherà
per troppo tempo.
Dopo Columbia
sta salendo dentro di me
l’inesistente,
non è obbligatorio che la penna scriva.
Voglio spogliarmi
davanti a tutti
e avere braccialetti
brasiliani,
oserei persino
morire!
Mi manca tutto.

Capite ciò che volete,
“Abbi un po’ di rispetto
per questo stronzo del cazzo”

La partita verso dicembre
rivelerà chi è il più forte
e io non ci sarò

Sono molto contento che:
-Tu non sei vera
- I ciclopi rinchiusi
abbiano polsi
per tagliarseli
in autunno

Mary se ne è andata in fretta
era fragilina,
il mio corpo è muto come una manta
ma non ricopre se stesso
di carità.
Il fuoco se ce l’hai addosso
può anche essere piacevole
in determinati momenti
intimi

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