venerdì 25 ottobre 2013

Lei (Pt. 1)



Lei (Pt. 1)

<<Tu non so sei mi vuoi…..>>
<<No….  no no non penso. >>
E lei era lì in mezzo ad un nulla onirico più che mai, sembrava una lacrima.
<<Ma è una vita che stiamo insieme!>>
<<Non significa! Io non sono e tu lo sai benissimo, visto che anche tu non sei!>>
Io ho sempre pensato che fosse la più bella del mondo. Una cosa così vaga! Così bianca!
<<Tu dici che io non sono? Bè…>>
<<Dai… dammi la mano.>>
Mi porta fuori dove c’è il sole. Lì si sta bene, lì si sta in pace.
Tutto era creato mi ricordo per combaciare con la parte migliore del passato. Dico, molte cose le avevo viste e percepite così perfette com’erano, quindi queste circostanze sono volate in tempi remoti dalla “realtà” al mio cervello e ci si sono trasferite senza che io me ne accorgessi più di tanto.
Li si stava bene.
<<Sdraiamoci…>> le dissi in una strana autostima improvvisa.
E così fu. Da lì il cielo è azzurro chiaro più della notte che mi porto dietro e tutto ha un senso nascosto non poi così bene. Lei è bellissima, ve lo giuro, qualcosa di disumano.
<<Sai… sai… tu non sbagli alla fine, è giusto stare qui il più possibile. Qui si sta così bene!>>
<<Mah! Direi che sbaglio abbastanza invece! Non credo sia la soluzione migliore!>>
Nel frattempo io comincio a toccarle la pancia, che è così candida da sembrare cotone idrofilo di mattina.
Si, l’azzurro la dipinge quasi come un’infanzia felice, e così guardarla dà un senso al nostro senso interno, e così vedo o intravedo una sorta di ordine leopardiano nella cristallina inesistenza di questa meravigliosa e fantastica stradina al sole.
<< E qual’è la soluzione?>>
<<Tu non ne sai niente, piccola! Tu non ne sai un cazzo di niente, sgricciolina! Alla fine esisti perché così ho voluto io…!!>> la guardo bene.
<<Non si può negare questo in effetti….>>
<<Ma c’è dell’altro che non riesco a percepire. Quello che ho in comune con il resto delle persone io non lo sento reale. E parlo della circostanza massima di cui partecipiamo quale l’esistenza! Aahahhaah scusa non vorrei sembrare un professore!>>
<<Tu… tu non lo so perché fai così! Sei uno stupido! Ti devi dare una regolata! Finirai con lo scomparire, o col ricomparire in un posto di cui non hai nemmeno idea!>>
<<Eh sì! Ma devo comparire prima o poi, o no? >>
<<Mah…. Per quanto ne sai gli altri potrebbero fare esattamente così come te. >>
Io la guardo ancora, regina magnifica del viola chiaro, cara estremità della mia immaginazione, perfezione disautentica di questa morte della fenomenologia.
<<Bè…. non posso dire che questo è sbagliato! Non posso nemmeno dire che è vero però! >>
<< Un po’ come tutte le cose in fondo!>>
Lei è perfetta per me.
Anche questa stradina  e i prati che ci stanno circondando.
Avevo i piedi poi immersi in una piscina, guardo il contorno.
<<Ho paura che non potremo mai amarci. >> le dissi.
<<Oh! Ma non devi avere paura di questo! Se tu mi amassi, in un modo o nell’altro io perderei te e tu perderesti me! E io non voglio perderti! Se ti perdessi, perderei anche me stessa! Nessuno saprebbe più chi sono, nessuno saprebbe nemmeno che sono esistita, che sono reale, che ho la parvenza di essere reale per te!>>
<< Sì ma io per colpa tua perdo la mia realtà! Io per colpa tua non sto esistendo da un po’! >>
<<Ah non prendermi per il culo! Tu potresti esistere se solo lo volessi! >>
<<…………………………………………>> le risposi guardando il cielo e le poche nuvole.

Nell’ambiente ritrovo ora la tranquillità che poi è la felicità. 
So che non la ritroverò mai se non qui dentro, è così chiaro! Dovrò ucciderla! Senza farla soffrire però.

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