mercoledì 15 giugno 2016

L’immortalità pubblica

Gli amanti, gemelli di entrambi i sessi
perfetti, identici ed opposti.
Ed una giornata persa nell’arte tua, l’ennesima.
Adesso come mai è diventato un cannocchiale
affilato puntato dritto
contro gli occhi.
Capirete l’informe sillaba dalle infinite lettere
solo a metà
saprete solo a metà pronunciarla, voi superstiti antichi.
Ogni poesia, sin dalla primissima,
ha sempre vantato un certo fascino di lacerazione
interna necessaria,
ma è come il suono che fa un falco adesso, nell’illinois.
Dovresti essere lì per dir con sicurezza “ è esistito!”.
E così è la lacerazione mia e nostra,
uno spettacolo funesto di insetti rognosi
di cavalieri d’argento prodi
che portano uno scompenso incredibile
 e li hai visti solo con gli occhi della mente!
Come in un sogno avrai la percezione di dolore e gioia
da due prospettive,
ovvero te stesso e te stesso superiore ed impotente
che guarda te stesso.
Ogni lacrima due volte
ogni sesso due volte
dentro e fuori.


A quest’interno ammasso s’accosta
la muraglia necessaria eretta
tra noi e loro
macellai oracoli
che Marx, nato in primavera, non aveva previsto proprio.
Innestati imperituri in un mondo
che inneggia perituro necessariamente
all’immortalità pubblica,
ma è solo una lattina,
tu impettito barbaro giovanotto,
una lattina d’alluminio
e la indossi e ti tagli tutto
e non t’accorgi di star abbandonando
l’Evangelion dentro ogni uomo
lì, nella terra desolata, nel paradiso ricostruito al contrario,
e nella grande America mela meravigliosa e cadavere senza storia
e nell’Europa matta con la pelle di templi, di mar mediterraneo
e di medioevo
ma il cuore vostro è un mafioso coi baffi
che vuole ingoiare
tutte le portate del tavolo in un solo strategico boccone
perché grezzo come un pezzo di ferro
non ha neanche la terza elementare.

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