domenica 14 gennaio 2018

Diario di Passaggio



Diario di Passaggio (Giallo I)

Salvia porosa su oriente,
cresce dal chicco
sorprende il giudizio fonte di mana
che tutti ha nutrito

Fumetto vita: insisti sullo stesso sillabario
di colmi e liturgie,
barzellette archetipiche.
Ci vorrebbe qualcosa che non terminasse
il suo ardore
in valanga.



Diario di Passaggio (Giallo II)

Scrivi e sta attenta
che la mano ti porterà
addirittura
a porre cancellature in linea retta
sul labbro
di questa corteccia assottigliata
fino a rilegarsi in note.

Eclisse, o muro che vede ogni cosa
fa che io parli chiaramente
come un giglio.
Poi  impastato nell’aria razionale,
fa che il ragazzino sia maturo tanto
da avere un sapore orrendo,
che il suo corpo bambino
sia ricoperta da vita lenzuolo reo
impreziosendo di mali e scaltruzie
il bel paese diafano di un cuore.
Cuore che se invece
fosse stato imbracato
da animali zampe
non avrebbe realizzato concezione,
salvezza e vizio,
tramutandoli all’istante
da freccia velenosa a non più nulla.
E correrebbe pelosissimo,
saggio a suo modo
ma inutile al linguaggio,
vigliacco per necessità
se giudicato dall’unico dito della Jungla:
la zanna.

Ho poi pensato ad Archiloco
e a come abbandonò lo scudo
per salvarsi la vita in battaglia
e scrivere ancora un altro giambo,
un’altra lirica. 


 
Diario di Passaggio (Giallo III)
Mingus

Erano solo le 18
quando entrò un jazzista
con l’infuso del suo caos
esposto nel petto
ad abbandonar airone.

(eseguire un compito importante
come se non fosse una cosa seria)
 
Symbios

Quel tipo di simbiosi che a noi è toccata
era umana.
Volevo dire : che l’unica simbiosi
possibile è quella umana,
che è quella errata e disponibile.
Nella distanza che oggettiva
la posizione creata
che hanno le entità esterne a noi stessi.

Il dolore è una forgia
anche quando è idiota.
Magari devi solo scagionare
da quel rapporto teso
l’agnello sul ceppo.
E così dici di no, le cose sono esterne,
io non sono tu, tu non sei io,
e da quella posizione né odiare né amare
ma solo assistere si può senza pathos
né ethos, né thanatos.

Uno che oggettiva non può amare.
La simbiosi è spezzata solo dall’oggettivo
che pone a vaglia di se stesso
tutto il resto (ideale e relativo).
E allora si vede fare, oggettivando.
Ovverosia: ripercorrendo a ritroso
il processo che porta un occhio a vedere
decostruendolo a livello teorico
è possibile prendere nota
ed annotarci soli comunque, o completi.
 


Diario di Passaggio (Giallo IV)
Il compleanno di Dodo

Adesso che piaccio a tutti
mi piscerò addosso in pubblico
o troverò una stilografica d’argento nella tasca
o mangerò un muffin.
E mi meraviglierò dei capelli degli esseri umani
che sono uno dei doni che abbiamo ricevuto
per esserci definiti altri, in uno splash, dalla natura.

Chi non decise vinse,
comparve così nel ghiotto teatro
un melodramma conteso.

Chi si appropriò del buon pensare,
consumandolo, è pesce ingordo
ma sente la voce della vergine
quando gli spazi tra le parole
smettono di esistere
come in un comandamento latino

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Dovrai vestire lo stesso abito marcio di loro,
tu angelo, tu caduto tantissimo tempo fa.
Dovrai vestire le loro sembianze,
tu dinosauro eretto, tu topo evoluto
da zampa a piede.
Per guidarti a mò di biglia
da colpo di dita lanciata
in questo  magma oceano
di possibilità ulteriori
e vendetta.

E allora chi giudicherà
cos’era male e cos’era bene
quand’è comunque possibile vestirli entrambi
al fine di acquisir saggezza?
Poiché tutto è un abito che si manifesta.

Poiché tutto è un abito che si manifesta
a scatti, a sei tu a non sei tu,
a toglimi e a prendimi e a dammi
e a dimmi, e a guardami.

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Qui è la ferita d’inchiostro
sul campo di Marte,
qui è l’amore.
Date all’onnipotente ciò che si merita
ovvero sia un’arte il cui fine
è saper trarre strumento e paura sublime
dalla materia.

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E io sono Joseph Kennedy
che aspetta la fine del proibizionismo
con nave cariche di Whiskey
nei porti della grande West Coast.

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C’era un jaguaro
che diventò metallica polena
di una macchina di seta
e c’era un cantautore con due pianeti nel segno del toro,
tra cui Urano.
Ci si pianse addosso, ci si trasformò
in vasi con piante strane
dove la terra è diventata pietrisco,
muro teso a mano di cemento e pietra lavica….
ci si sparpagliò, infine,
oh mia tribù
ahimè tribù
oh mia tribù
scaltri nel non esser noi stessi
fino a diventarlo a sangue.

Poi, in un dilaniamento,
in uno scotennamento
ci punivamo ed eravamo al contempo
i giudici e i condannati
e la giuria e le panche di legno
in una sola mente
perfida nel non aver avvisato se stessa
che si sarebbe ferita tantissimo

Tomantos, Zhupas, Tatos,
Thot, Thot, Thot.

Il 25 dicembre il giorno in cui Horus
è generato da Osiride re dei Morti
e da Iside, regina della fertilità.
In futuro sarebbe cresciuto
per combattere Seth, tagliarli un testicolo
e perdere un occhio in battaglia.

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O vecchio amen, ripeto,
tu che ti distingui
per aver detto tutto e non tutto,
tu che ci hai dato una risposta generica
a un interrogativo non razionale,
scienza servita in piatto d’argento,
che tutti ci hai voluto addomesticati
a ruotino, non solo a ruota.

Io ho analizzato me stesso
fino a capire che lo specchietto
ingrandiva le cose
e le macchine erano molto più lontane
di come apparivano.
Tutto sembrava un verme afflitto
dalla malinconia di non aver avuto la via
che la sua aspettativa
aveva generato virtualmente
in una prospettiva di digestione totale
dell’ente.

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Astatke.

Ti ho tritato con cotal forza
da farti diventare una polvere verde.

Al cervello la garanzia
di allontanarsi  ancora,
di non sentirsi responsabili
di essere nati in un mondo
e non in un altro,
di esaltare quel muscolo strano
al centro
che vaglia percezioni
trasformando in sillabe
un infinito perverso di squame enormi

Taciturno l’assenso che diedi
al padre martire
che mi soprannominò
senza chiedermelo
ed era un finto martire,
strani traumi tratti dal cervelletto austero
che hanno i nobili a Versailles

Come api morte alla nascita
in un alveare
dolcissimo
di miele balsamico che sa di eucalipto
e ti cura.

Grazie comunque, ambra,
per avermi ridato la capacità
di percepire l’anomalia che parlo,
per avermi ridato la capacità
di percepire l’anomalia che scrivo,
per avermi.
Per non dir bugia a quel profeta antico
che si trasformò in montagna solida
per non contar più gli anni, adamantino.

Lì, in quel gomitolo di dimensioni stiamo
noi stessi sparsi tra futuro e passato
come rotolando in una grossa conca,
lì a sud-est c’ero io che uccidevo
e a sud-est un po’ più in basso io che amavo,
a nord-ovest dilaniavo altarini sacri
in onor di un trauma materno.

Tutto nel tempo disposto come due lenzuoli
su tre,
catartico il momento in cui amerai i tuoi migliori amici
e il possesso diverrà gogna o sacro.
Ciò che straborda è affidato al vento
e non nella cartina sarà rollato.

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Invisa la sua dipendenza psicologica
che non istaura simbiosi col suo livello nel tuo sangue,
che non ti costringe a nascondere l’avida pavidità
tendenza affine ad un modo di vivere
conformista e merdoso,
schianto di modelle pazze
con la fica al vento.

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Una di quelle tante giornate, oggi,
in cui lavori per il tuo futuro di carta,
creare è possibile solo attraverso diversità
e disparità, grazie.

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Come in un sorriso
si andò avanti
tenaci e solidi,
gli amici sono diramati
dalla tua visione del mondo
e ancora piangono
coppe e denari
all’ascesa di intuito
che superando l’aria
è fuoco purissimo.

A sprazzi hai saputo
essere un poeta
e un uomo più adulto,
dimentico del seno
specchiato in una parete
di comune cemento.

 
Diario di Passaggio (Giallo V)
Era tanto forse troppo.
Abbiamo forziere aperto
per incontrarvi al fine fuoco coeli
e sacro sesso
e diventare amici.

Una persona cara a cui vuoi bene
urla comunicazioni
ulteriori,
trascende.

Pazienza.
Trattieni e ama e poi trattieni,
tutto ciò che è scritto sul Diario di Passaggio
è mio di diritto.

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Nel dubbio
mordemmo un gelso congelato
che conservava solo poca parte
del suo sapore,
sentimmo gelosia più forte
e poi non ce ne ricordavamo neanche.
Quelle cetre son svanite- per grazia di Dio-
quell’arpia ha prelevato
ciò che del cuore dell’uomo e della donna
gli spettava.

Accontenta il salmone
controcorrente
che va nelle tue fauci,
o Grizzly,
e sbranalo.
Sbranalo cosicché possa
in contro andare 
al naviglio pallido della casualità
e trovar pace.
Nuota la spigola
il pesce luna,
piatte effimere arroganze
l’acqua che covate farà male agli amanti
e vorrà annegarli
in ultimo pieghevole
locus amoenus,
ambasciata gonfia
di lame rotanti incandescenti
dalla percezione all’emozione
e da essa sugl’altri
come un getto incredibile, o Grizzly.

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Fat. Erode ha condannato il Fariseo
e i tanti come lui
che vedevano la domenica
come fatta per gli uomini
e si proclamavano sovrani dei Giudei
con Pietro un gingillo mafioso
e Giuda uno strumento
d’assoluta assunzione
e bugia.


Diario di Passaggio (Giallo VI)

Come quando essere caduti
rappresentò non più volare
e terza gravità di dimensioni.

Quel caos moderno dove attraversandolo
ne esci leso e mancino,
menomato e sordo….

In morte di noi
-avverrà ed è già avvenuto-
ed in morte di tutti quei noi
che non s’arrizzittavano piano
e continuamente canticchiavano muti
le scale salendo in modo strano
per dare un senso nullo ai gesti
e giustificare il riempimento dello 0.

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Chi è volpe nera e beije
e ti segna ciecamente?
Sospendi opinione
limone mangia
e sii sincero
e non t’incazzare

(Qui cadde la Pelikan e fu perduta,
sostituita da una penna giapponese)

Decadence Osanna
e vibrazione
fece vibrare l’oltretomba
dov’è più magico.
Solitude si contrappose a Mayhem
e la gola era un arato
su una distesa di vetrificato granturco,
più persone riunite oggi all’unisono
per ridipingere il muro
con assenza d’amore e d’idea.
 

Diario di Passaggio (Giallo VII)
o Loro non torneranno

Ma loro non sono tornati né torneranno mai,
si son perduti in vitro
e adesso Osanna.
Se tu invece non fossi già polvere
avresti anche potuto reprimere
la reazione che ti rende umano,
sospendere Polar ed il suo immenso ricettacolo
dove ciò che è diverso da te
è elencato pedissequamente con l’indice
e s’avvale di se stesso in tribunale.

Cosa intelletto camino corvo
e tu sei il più debole
il più legato all’infanzia
l’ego più pronto a colorarsi,
a disegnare vignette
come nuvole dalla bocca e testa
il cui contenuto è accusa e coscienza.

Loro non torneranno
o torneranno diversi
o più  correttamente
quando torneranno
diverso tu
sarai.
Sarai diverso perché
è passato in un momento
un lustro
ed era chiaro
che la matassa del mio tempo αἰών
in voi s’inviluppa e vi vuole bene
e poi tace.
È tagliando il nodo per intero
che è possibile apprezzare ciò che è stato
a priori di te.

Paolo e Giò oggi
dormono insieme
ma Jimmy è qui a sinistra
per fortuna,
io sento voci là fuori
e mi convinco follemente
che siano loro
perché sono un cane, spesso
la calda coda di Τύχη, di Era
la lunga chioma vista da dietro
idolatrando.
Loro non torneranno
è scritto che non vorranno
tornare
(alla fine son tornati),
che la loro volontà per oggi
non sarà nel νόστος
ma nella psicotropa evanescenza
a volte noia a volte saggia Diana
trainata da carri di traumi.
Così perseguiamo lo scopo del nulla sbalzato,
un nulla posticcio spesso
che incatena a me voi
e tutt’insieme alla materia,
alla miniera.




Diario di Passaggio (G VIII)

Paradossalmente
la pelle
di pecora
precedette
il papiro
ma fu
preceduta
da cuneo
e argilla.
**********
意地の
悪い。
さ、意地の悪くなろう。。
tempestati di sangue
non avevo mai visto l’amicizia
sotto aspetti così macabri.

Speculum Spectaculum
e lei è un fagottino di lenzuola
in letto freddo.
Neri e irriverenti come un giovane Agostino
fronzuti e bruni come Cristo.
“Apri la porta”**
Sgolati.
Tutto imperscrutabile
ma t’amo.
Scaltro, e quel volto groenlandese
porta lucida luce liberty,
o cerbiatta.                                                                                                                                                                                       

 
Diario di Passaggio (Giallo IX- Verde I)

Questo zucchero è inutile,
lo scoglio chiaro:
il giudizio è tanto aguzzo
da allineare la tua maschera
alla direzione del dito
alle labbra ortogonale, trasversale.

Non perdere la fanciullanza
la mano nelle feci
il trauma,
il trauma è da scappare
ridendo.
Ma soprattutto sii fiero
d’essere comparso nel dramma
in modo così acceso,
fiero d’aver avuto acceso
il sopracciglio
circondato da tanti spiriti eguali.

-Adesso africa calda
ti infetta la schiena di decadenza
tu non starla a sentire
ma persegui,
sii spada e scudo
ama indiscutibilmente
sospendi giudizio
sospendi persona
atrofizza il grattacielo tiranno
per farlo crollare in frantumi.

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Il Giallo è infine diventato verde
il bambino era nella corteccia dell’albero
prima di diventare bulbo.
L’hanno successivamente reso ramo
foglia e frutto
-l’acque e i prati-
ma poi è caduto.
S’è arroventato al sole
e nessuno potrà più toccarlo.

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Storie dalla brandina:
cominciano tutte con un pegno
pagato dai poverelli
a ciò che brucia troppo veloce
per poterlo apprezzare.
Il verde è una calma,
una pietà frantumata e ricostruita,
una palma di nessuno.


 
Diario di Passaggio (Verde II)
o buon anno

L’albero azzurro collegato a noi
perduto fiatone
lercio ma buono.
È in nome di non perdere l’amico
o la donna
che divenite Saturnino
o verga per percuotere il peccato?
O è più corretto dire che s’approfitta
della naturale propensione del ciriveddu
ad impastoiarsi nella morale
travestendo da morale i suoi unti traumi?
Nell’austera condotta
v’appellate al valore della vita
sulla distruzione di essa
convincendo Chaos
che si sarebbe incanalato
cosicché si sarebbe addomesticato
ad una paura più sottile
di non essere più in grado di innamorarsi
o di provar sorpresa
di fronte alla qualunquità dell’esistenza

Codesto segreto giace presso al colore verde:
ciò che è verde lo è perché vola
verso una più marcia maturità di moscerini
e rancida polpa,
ma ne rappresenta la sana gioventù narcisista.


Diario di Passaggio (Verde III)

La vita rispose: c’era tanto vento
e dunque la luna più vicina sussurrava
parole visibili di luce bianca.
Nel boschetto piangeva un ragazzo
tutto blu spirituale
stupida scatola che straborda
su foglie secche
e non sa nulla ma emanare, sorprendere.
Se da una parte Urano ci spinge
alla spirale, a Giambattista Vico,
alla ricerca del nuovo nel corso e ricorso,
dall’altra Venere ci intinge di cemento
e ci trasforma in statue stupende e inamovibili.
Mercurio invece
stanzia repressione
critica opinione
diga che separa un fiume
e non vola se non da se stessa. Analisi
totale incompleta,
imbarazzo di non coesistere opposti.

Diario di Passaggio (Verde IV)

Apocalisse ancora come città spinosa
che in due si spacca
e tutti sul treno
ad arraffar salva la vita
ad abbracciare un fratello
che d’abbracci e baci, davanti ad i suoi amici,
si vergogna.

Poi il mondo è un lupo bianco
se visto da molto in altro.

Sebbene sia più giusto perpetuare
farò lo sbaglio del Re Scorpione
e non dedicherò a quelle parti di me stesso
il tempo che forse si meritano.
I volti vanno mutando pellicola
ma sotto sono sempre gli stessi
e incaccati.

Paura distanza da te
che sei la mia donna e il mio uomo:
nessun essere è contento a nascere
a separarsi da ciò che conosce
e che lo compone alle fibre.
Ogni rivolta è cambiamento ed è nascere,
nascere è recidere la luce femminile materna
tra seno e labbra
per il perseguimento maschile di un’identità.
Separati e soffri e perdi e scommetti e inventa grandezza
come enorme rinuncia
a ciò che si sa essere caldo
e fatto a posta per accogliere la forma
del tuo corpo.

Ogni cosa scritta è data da un uomo
ad un altro, da una donna ad un
uomo o da una donna ad un’altra,
o da un uomo a una donna:
tutto ciò che è scritto
è solo umano
perché si manifesti l’infinito ateo
crollato a dismisura nel petto
d’ogni ente.
Ogni cosa scritta è testimone lucubre
del perderemo, del perderemo
e tutta la cicatrice
muterà oscena
quel visto splendente e sumero
che ci adombrava tra gli archi di Ur.

*************************************.

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