mercoledì 22 marzo 2017

òkjbòkuj



Bellissimo aver di nuovo fatto l’amore con te,
Dora,
che sei d’acqua e dunque
non v’è il bisogno
di gelosia.
Al sacro ed al profano il giusto peso,
sei una grassa vecchia smunta
che un tempo danzava.

Tracciatevi da soli, segni miei,
dove la mano è livido, libido grigia
e sono le sette di mattina
Tracciatevi da soli
adesso che v’ho resi
partecipi del dramma della vita
a me consono
adesso che tutti v’ho allattati dal petto.

O forse era il giudizio istintuale
verso la nostra infanzia più pura
fatta di mattine di fronte alla tele
e di giardini al sole lucertola.
Tutte queste voci schiudono violenza
e perle e calci in faccia,
intufolati e non avere un senso mai più
tu che ottieni ciò che desideri
solo immaginandolo
tu che ti ha sorriso il germano
l’airone
che il lampione ti ha strizzato l’occhio
mentre si muoveva sinuoso.
Assapora una lingua tagliata,
questa sede è un INESISTENTE PRETESTO!
Per mandare a pedate ancora più giù
il palombaro
non so forse non avete ancora
abbastanza dati aritmetici
che provino
la sua tentata sopravvivenza
sul fondo del mare,
e dunque non un briciolo
della sua verdiana sofferenza
di metallo e scoglio
andrà in pasto ai feroci bambini
covati nelle membra del domani.

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