L’estate ci guarda
Nudi.
Maledetta pervertita.
Quando ci sporcavamo di nulla di amore di niente di sogni
bianchicci.
C’eravamo finiti assieme in questa luce verdastra, mentre
gli altri ci hanno rimpiazzati
Con funzioni e finzioni e pezzi di noi felici.
Non lo sapeva nessuno, ci avevano creduto tutti ad una
cazzata simile.
L’estate con te e contro di te è stata strana, ha avuto
stronze cose da dirci
E strani modi per
ficcarcele in testa. Sudori sintetici che abbiamo rimosso.
L’aria del ventilatore era una tosse su uno sventolare di
fazzoletti,
e non ci ha ripulito di certo, per non dire che ci ha
ridotti così male come siamo.
Le lenzuola in un ‘estate come quella erano coperchi per il
nostro calore. Che ce le hanno messe a fare?
Che stupido albergo!
Eri una cimice dolcissima, e dormivi a piedi del mio letto
senza fiatare
Il destino che avevi.
Le tue antenne nere mi sfioravano le mani come velluto sul
velluto,
e tu ti saresti spezzata se te l’avessi chiesto, ti saresti
lasciata schiacciare
come una maledetta cimice.
Mi hai stiracchiato l’anima.
Mi hai ricoperto di tre o quattro attimi eterni di
zuccherosa adrenalina che non se ne va più.
Squillanti nuvole rosa su questa pelle. Luce che emette luce
che emette qualcosa
Che sembra un’estate in un campetto di calcio abbandonato
dal tempo.
Edifici rotti. Il sole forse li fa apparire vivi.
La vista delle prime estati che abbiamo dimenticato.
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