La doccia delle cose.
L’amore non dura più di
tre mesi,
la noia quasi una vita
o una vita e mezza .
Non credo a niente.
Stesi all’ombra del sole,
ci si agita su vecchi stracci di schiene,
e poi baciamo gli specchi
sbalzati
e sbagliati.
Mi ricordi una pianta
poco appassita,
mi ricordi quando sento
di dovermi vergognare,
quando è blu.
Meglio non sapere
un cazzo di niente,
meglio sorvolare i cretini,
meglio non entrare
(che poi può essere anche uscire, capitemi)
Mordendo la coda
di certi cani giullari
ci divertiamo
anche
noi
nell’assaporare la follia viola
e bambina
dell’autostima.
La cattiveria è la cosa più tenera e non conosce nulla del
mondo,
ed è meglio così, ed è meglio così.
Meglio meritare il blu e il bianco fusi tra loro,
mentre ti scorre
addosso
la doccia delle cose
innocue
perdute ma non perdute.
Una volta che gli occhi
saranno di pietra e vetro e pezzi di conchiglie tristissime,
imparerò a credere solo nelle cose che
un senso non ce l’hanno
che è giusto così.
E tu
che hai tremila labbra
e tremila muri lo sai,
solo così si riesce
a campare
e pensare
alle nuvole
Nessun commento:
Posta un commento