Nello specifico,
del dialogo tra Huysmans negromante ed una principessa di colore.
Tutto solo tutto solo in un ceruleo
cervello
come una candela infinita e mortale.
E ridi e sullo scettro incidi disegni a pastello
di bellezza distaccata perché sei un mago
ed i maghi vedono ciò in cui credono
prima di credere in ciò che vedono.
Un occhio si spalancò secco, svuotato,
alla vista della natura.
Un occhio si spalancò e le terribili domande che si era
chiesto
diventarono terribili risposte,
e testammo il dolore sulla pelle nostra
perché era uno stupendo dolore
ed era venuto a sussurrare
con voce femminile tenera
alla porta dell’anima,
ed apriste ed era una principessa di colore selvaggio
più nero che blu
e ci conversaste piacevolmente tutti seduti
attorno al solito vecchio tavolo di legno
e v’infettò ridendo ma anche voi
eravate tutto sommato contenti
di quelle menomazioni istantanee
di qualcosa che nel giro di pochi giorni
ti è stato per sempre portato via.
E quella dama abbracciò il giovine plutoniano
lo baciò solennemente in fronte
e gli disse “ Diventerai adulto
se da questo sangue non sarai piegato
ma sazio e determinato”;
e di nero pece lo vestì
perché nel samsara
sei debole e ridicolo
e magrolino
ed attaccato come siamese
ed ogni perdita ti sconvolgerà sempre meno
fino a quella di te stesso.
Conscio di ciò saprai dirigere a consapevolezza
lo strumento della tua volontà.
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