Ultimo ballo col Dahaka
Ecco, ancora non ho superato
il limite
Poco non esistere
今
Il diavolo che guarda
Il diavolo che guardiamo
E risate gallesi
in una cucina sporca
Un ultimo ballo con te, Dahaka,
grande signore taurino
della morte, dello schifo e del tempo,
perseguitare noi
spinti al di là delle conseguenze
Kabuki, e i petali di ciliegio
sono corpi di bambina nel vuoto,
adesso danzi in giapponese
spada rabbia
ventaglio amore
e di se stessi scheggiare
la corteccia
Era il momento in cui Berlusconi
cercava di tirarsi fuori dai guai
Noi televisione
Noi non più pianoforte
Ultima danza con te, Dahaka,
la morte è chiara
per istanti
la penna gratta
come unghie su unghie
Stato aereo
di sofferenza traslucida,
il prato il melo
Saltare la corda
Scarpe e rumore di scarpe
Oltre il mare,
dopo il mare
e la sabbia
e la polvere delle ossa
Teatrino decadenza,
dove
come demoni ammattiti
si tenta di riprodurre
la misterica forma
del mondo dentro
Serpe e John Donne
guarda il tramonto
da una finestra
Non so se sia possibile
organizzare
l’impulso,
settorializzare
il fulmine,
dare una forma immobile
di questo fiume,
di questa neve
Ultima venuta con te, Dahaka,
spaccatore di crani,
mercenario del buio,
vendetta bovina
dall’armatura nera
più bella del vento
Un cuore
tenuto in mano
dallo scheletro del ghiaccio
difficilmente
pulserà
No,
non taglierò i capelli
e in te dovrò pescare
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