Eccoci davvero freddi a dire il vero
senza ombra di dubbio
fuochi
che raccolgono
saette madri
e templi.
e non mi sembrava poi
sbagliato eccitarmi
Si va per la strada dei vermi
dico io
un piccolo sole
germinato dal nulla
dovresti essere
cretina
e a dire il vero
un po’ di vetro
insomma tre teste
in un pianeta bianco e nero
di piccole paranoie
e siccome c’è la finestra
è semplice osservare
la morte dei nostri stessi
preziosissimi
trip
Io di continuo mi sento un qualcosa
tentacoli forse
“Adorami”
in una camera piuttosto
rossiccia e macabra
io ero immobile
a difendermi
dai tuoi non sensi
senza sorprese senza sorprese
che insomma tu te n’eri andata là sotto
e all’improvviso
mi sono trovato
concretamente umano
e le cose
mi si schiantavano addosso,
una terribile rivolta di vomiti
per le terre
dei serpenti infiniti
io come una specie di flagello
eternamente
scatola del colore blu
o raccolta di ipotesi di circostanza
o semplicemente comete
Ma tu eri un tempio ehehe
così addormentata
Indiani alla corte del re:
“Noi non abbiamo fatto niente!”
poi le tette volano via
spesso usurate
una cosa triste questa
iniziavano gli inferni
ad evocare Tyrant ossequiosi
con occhi immensi al posto delle spalle
loro si che si godono la vita,
mentre tutti gli eroi si sono
squarciati da soli o a vicenda
per colpa dell’emotività umana.
il compleanno di mio padre
ai tempi ai tempi
in un duplex di lupi bianchi
nel regno dei cinghiali neri
Esattamente una cosa sola
magari una contrattazione
sui tui vestiti in quell’hotel
piuttosto d’atmosfera,
oddio mi tremano i piedi
a pensare a quanto poco sei esistita
o esisti,
così perfetta a posto in un eterno calmarsi
in compagnia del flusso
succede qualcosa di strano alla luce
delle tue strisce azzurre, è assoluto il senso
dei capelli così lisci
o degli squartamenti piccoli
così a caso
è poco più il rischio
di volersi ritrovare finalmente
in un tintinnio azzurrino
sbagliato eccitarmi
Si va per la strada dei vermi
dico io
un piccolo sole
germinato dal nulla
dovresti essere
cretina
e a dire il vero
un po’ di vetro
insomma tre teste
in un pianeta bianco e nero
di piccole paranoie
e siccome c’è la finestra
è semplice osservare
la morte dei nostri stessi
preziosissimi
trip
Io di continuo mi sento un qualcosa
tentacoli forse
“Adorami”
in una camera piuttosto
rossiccia e macabra
io ero immobile
a difendermi
dai tuoi non sensi
senza sorprese senza sorprese
che insomma tu te n’eri andata là sotto
e all’improvviso
mi sono trovato
concretamente umano
e le cose
mi si schiantavano addosso,
una terribile rivolta di vomiti
per le terre
dei serpenti infiniti
io come una specie di flagello
eternamente
scatola del colore blu
o raccolta di ipotesi di circostanza
o semplicemente comete
Ma tu eri un tempio ehehe
così addormentata
Indiani alla corte del re:
“Noi non abbiamo fatto niente!”
poi le tette volano via
spesso usurate
una cosa triste questa
iniziavano gli inferni
ad evocare Tyrant ossequiosi
con occhi immensi al posto delle spalle
loro si che si godono la vita,
mentre tutti gli eroi si sono
squarciati da soli o a vicenda
per colpa dell’emotività umana.
il compleanno di mio padre
ai tempi ai tempi
in un duplex di lupi bianchi
nel regno dei cinghiali neri
Esattamente una cosa sola
magari una contrattazione
sui tui vestiti in quell’hotel
piuttosto d’atmosfera,
oddio mi tremano i piedi
a pensare a quanto poco sei esistita
o esisti,
così perfetta a posto in un eterno calmarsi
in compagnia del flusso
succede qualcosa di strano alla luce
delle tue strisce azzurre, è assoluto il senso
dei capelli così lisci
o degli squartamenti piccoli
così a caso
è poco più il rischio
di volersi ritrovare finalmente
in un tintinnio azzurrino
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