Lei (Pt. 1)
<<Tu non so sei mi vuoi…..>>
<<No…. no no
non penso. >>
E lei era lì in mezzo ad un nulla onirico più che mai,
sembrava una lacrima.
<<Ma è una vita che stiamo insieme!>>
<<Non significa! Io non sono e tu lo sai benissimo,
visto che anche tu non sei!>>
Io ho sempre pensato che fosse la più bella del mondo. Una
cosa così vaga! Così bianca!
<<Tu dici che io non sono? Bè…>>
<<Dai… dammi la mano.>>
Mi porta fuori dove c’è il sole. Lì si sta bene, lì si sta
in pace.
Tutto era creato mi ricordo per combaciare con la parte
migliore del passato. Dico, molte cose le avevo viste e percepite così perfette
com’erano, quindi queste circostanze sono volate in tempi remoti dalla “realtà”
al mio cervello e ci si sono trasferite senza che io me ne accorgessi più di
tanto.
Li si stava bene.
<<Sdraiamoci…>> le dissi in una strana autostima
improvvisa.
E così fu. Da lì il cielo è azzurro chiaro più della notte
che mi porto dietro e tutto ha un senso nascosto non poi così bene. Lei è
bellissima, ve lo giuro, qualcosa di disumano.
<<Sai… sai… tu non sbagli alla fine, è giusto stare
qui il più possibile. Qui si sta così bene!>>
<<Mah! Direi che sbaglio abbastanza invece! Non credo
sia la soluzione migliore!>>
Nel frattempo io comincio a toccarle la pancia, che è così
candida da sembrare cotone idrofilo di mattina.
Si, l’azzurro la dipinge quasi come un’infanzia felice, e
così guardarla dà un senso al nostro senso interno, e così vedo o intravedo una
sorta di ordine leopardiano nella cristallina inesistenza di questa
meravigliosa e fantastica stradina al sole.
<< E qual’è la soluzione?>>
<<Tu non ne sai niente, piccola! Tu non ne sai un
cazzo di niente, sgricciolina! Alla fine esisti perché così ho voluto io…!!>>
la guardo bene.
<<Non si può negare questo in effetti….>>
<<Ma c’è dell’altro che non riesco a percepire. Quello
che ho in comune con il resto delle persone io non lo sento reale. E parlo
della circostanza massima di cui partecipiamo quale l’esistenza! Aahahhaah
scusa non vorrei sembrare un professore!>>
<<Tu… tu non lo so perché fai così! Sei uno stupido!
Ti devi dare una regolata! Finirai con lo scomparire, o col ricomparire in un
posto di cui non hai nemmeno idea!>>
<<Eh sì! Ma devo comparire prima o poi, o no? >>
<<Mah…. Per quanto ne sai gli altri potrebbero fare
esattamente così come te. >>
Io la guardo ancora, regina magnifica del viola chiaro, cara
estremità della mia immaginazione, perfezione disautentica di questa morte
della fenomenologia.
<<Bè…. non posso dire che questo è sbagliato! Non posso
nemmeno dire che è vero però! >>
<< Un po’ come tutte le cose in fondo!>>
Lei è perfetta per me.
Anche questa stradina
e i prati che ci stanno circondando.
Avevo i piedi poi immersi in una piscina, guardo il
contorno.
<<Ho paura che non potremo mai amarci. >> le
dissi.
<<Oh! Ma non devi avere paura di questo! Se tu mi
amassi, in un modo o nell’altro io perderei te e tu perderesti me! E io non
voglio perderti! Se ti perdessi, perderei anche me stessa! Nessuno saprebbe più
chi sono, nessuno saprebbe nemmeno che sono esistita, che sono reale, che ho la
parvenza di essere reale per te!>>
<< Sì ma io per colpa tua perdo la mia realtà! Io per
colpa tua non sto esistendo da un po’! >>
<<Ah non prendermi per il culo! Tu potresti esistere
se solo lo volessi! >>
<<…………………………………………>> le risposi guardando il
cielo e le poche nuvole.
Nell’ambiente ritrovo ora la tranquillità che poi è la
felicità.
So che non la ritroverò mai se non qui dentro, è così
chiaro! Dovrò ucciderla! Senza farla soffrire però.
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