Un altro compleanno di Simone
Inventando epidemie nella testa mi sento solo,
non sei brutto, mio caro.
È il contesto a renderti tale.
Gl’occhi degli altri non sono proiettili, sono solo
occhi.
Desiderio è egoismo puro,
amore è egoismo puro,
adesso sei un nobile vestito di seta
e di questi vizi non ti sei liberato mai.
Ti mancano i cari vecchi tempi e non vuoi affrontare la
cruda verità
d’essere un coniglio come tanti
una mosca come tante.
Starai a guardare
Dei problemi del tuo petto
dei sospiri
farai tesoro
e ti sentirai caldo
e vi odio
e quant’è sbagliato tutto.
Dovremmo tutta la vita danzare
nudi marmorei e felici.
Ed un tifone immaginario investiva Catania
ed i suoi immaginari anarchici
bestie maleodoranti e squallide
tagliate male e male identificatesi con un gruppo
Tu sei troppo buono e savio per il mondo
camminando in mezzo a ragazze promo vestite
da lattine di
redbull
hai già venticinque anni
Osmosi
e ricamando sul cervello
sfondi come quelli sui bronzi del periodo Shang decadente
con la tecnica antica del leiwan
Di iloti tenuti fuori
dall’addestramento spartano,
e di finti iloti in realtà
schiavi di se stessi
Come la sacerdotessa
è diventata d’incanto
un bellissimo pesce dalle squame azzurre,
si è bambini di volta in volta
su odio e noia remando
Ed effettivamente
mutilati
siamo stati educati nello swing maledetto
o sopraffina zona industriale che s’estende per miglia e
miglia,
in mezzo al mare fino ad arrivare, inconsapevoli
e colpevoli dunque,
su un motoscafo
alle pendici dell’oceanica sfonda
una meraviglia immensa utopia ammirando
il cielo dov’è più viola.
Per abitudine e solo per abitudine,
David Hume grasso e felice.
Per abitudine e solo per abitudine,
il naturale connaturato effetto
e principio del cambiamento
e dello stupore.
寄生虫
continuando a camminare
per bianche strade
un’incredibile attesa sulle spalle
ed esseri invisibili che sembrano tentacoli
intorno ad un templio, un templio, sì.
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