La vacca
Naturalmente siamo delle bestie
Uomini che vomitano arte
e pietà per i banchieri
e passionalità d’amore
tra muratori,
invecchieranno le star del cinema d’oggi
e noi le vedremo morire
Come?
Caro linguaggio
che sei una serpe tentatrice
per uscire da questi merdosi binari
dove vedove impazziscono
smartphones e demonio
ed è obbligata e vincolante
la scelta,
non stracciamo mai quella schifosa locandina
Mi basta pescare da un nulla
una vibrazione
Quant’è difficile abbandonare
una posizione…
è che sono anch’io
impastoiato nel casale come una vacca
Ed è Venere attorno
che sempre svolazzando sfiorandomi
-potrei anche non aver scritto-
un processo nel quale
le contorte figure
inconsciamente ammaestrate
non dormono
mentre io dormo
Una lieve disgrafia
e molecole che si disperdono
-potrebbe anche avere ragione
Sartre-
dunque ad una festa
d’una compagnia inglese
noi e Mike Campovecchio
come ipnosi e psiche
eros e antieros
o il passo tondo di Tasso
nel suo balconcino schizofrenico
Una chiave che hai al collo
e non vedi
e apre tutte le porte
Da dove provare
cosa- come?
Dove?
Una partita a scacchi.
Il Dogma è anche negli operai
talmente torto e scavato
e mentale.
Cosa c’era che non andava?
Insonnia, l’oscurità da sempre ammalia
torbide ali che non smettono di battere.
Le lettere come eroi
di cui sfilarmi
lentamente
il pesante giubbotto.
Nel frattempo qualcuno- qualcuno
di molto importante però-
decise che le persone
avrebbero dovuto essere scambiate
per tranci di schifoso tonno in lattina
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