Da Rapsodia a Epica
Come le tenebre
che mani e dolci
ricoprivano
quest’usignolo passivo
E sull’allieva anima
vorrò passare
dalla rapsodia all’epica,
unificare tutti i racconti in una sola versione scritta
E di nuovo
una pasqua di noia
burattini sagaci
che si scrollano di dosso
il peso di anni e anni
passati
a rincorrere il fumo
su per il camino
e ancora
guardarti negli occhi
e pensare
che forse non esisti
possibilmente non esisti
e ci pieghiamo
come acciughe
in un polveroso ventre di polvere.
Liberarsi dalle zanne.
La lingua rivela
magie
o semplici liturgie
d’associazioni d’immagine,
il liceo del cervello,
uno spazio non democratico- che è una follia-
ma anarchico.
Fino in fondo, dunque,
spezziamoci la schiena
e su questa zattera
odoroso sale
e lische
e alghe
e non essere tiranni mai più
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