Il capodoglio
Circondati
dalle enormi porte
dell’Asia
il regno si apre
alle spade del sole
In una parola
rivedo interi anni
di pensiero magico
Lottare, lottare sempre
Occorre amare le bugie
e quindi
servire con onore
l’impero della mente
senza ritrovarsi mai necessariamente
soli
Tuttavia
una luce a spirale
mi può trasportare
dietro
un qualsiasi altare
di nostalgia
e psichedelici angeli donna
con odori inediti
e piedi bianchi
alzano la sottoveste di seta
per mostrarmi
una vagina sgocciolante bellezza
un albero d’incoscienza
un viale rosa
La signorina Responsabilità
ammicca al bordello
su per giù
mi schiaffeggia
nel reparto d’anima
I gabbiani irreverenti
rimproverano
per la proiezione di sé
su un mondo scabro,
grezzo
Sconfissi il mostro a tre teste
dentro una caverna d’ossa toraciche
e solo allora lo vidi: un immenso
capodoglio di rosso fuoco
spirituale.
Volle parlarmi in lingua
impercettibile
di un’anima che si
perde
nell’oceano delle cose
e non ne esce più
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