Lucertole
Una poesia che mi piace leggere
Il pigiama azzurro si è
steso
dopo una leggera canzone
e i letti non funzionano
più come ci si aspetta
Chissà cosa si prova a
ricamare una stella su una coperta
Chissà cosa si prova a
dormire?
Pensare di notte per il
giorno che verrà
è la menzogna più grande
del nostro secolo
dopo la rivoluzione,
un po’come tirarsi, un po’
come
stirarsi.
Come ci si rimbocca da
soli le lenzuola?
Allora la bella
calligrafia
anch’essa è una
soddisfazione
quando hai tre anni,
I sorrisi delle ragazze
quando ne hai diciasette
o una discussione su
Rimbaud
con un fratello sperduto
nella neve italiana.
Allora sbucciarsi le
ginocchia
ancora
qualche volta
è bello.
I calzini a strisce
nascondono qualcosa di
allegro
da un certa prospettiva,
sono come una bambina
che coglie un fiore
e non pensa che sta
crescendo.
Come ripensare
all’estate di quattro anni
fa,
al mio compleanno
di quattro anni fa
a mia madre e
a mio padre
quattro anni fa .
L’estate è importante
di gran lunga più
importante
di quello che la gente ne
pensa.
Non il mare,
l’estate in sé .
D’estate le lenzuola
le vedi sempre diverse e
ti distrai
e ogni estate
ti innamori di
centocinquanta ragazze diverse almeno.
Le lucertole
-è una giornata che non
penso che a loro-
forse
hanno compreso il mondo
meglio di noi
la gente sdraiata al sole
meglio di noi
la vita
meglio di noi.
Amo il fatto che siano
belle da guardare,
Come guardare un ricordo
dove eri felice
ma non te lo ricordavi
più.
Sonnecchiano nei prati
alti o
dentro i buchi nei muretti
,
non hanno idea di che cosa
voglia dire
svegliarsi
solo per raggiungere
uno scopo
di che cosa sia
vedere tutte le finestre
come
vie di fuga.
Mi chiedo se si chiedono
mai ‘ste cose.
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