A spasso con i Tamas (1)
Che hanno le gambe
tutte appiccicose di mosto
vendemmiano ogni anno le vigne
spesso come razziatori
in villaggio di spose
diradano con mani da orco
le giovani vigne
E mangiano carne ogni giorno
ed hanno stomaci
attenti all’espansione
e fazzoletti al collo
e sigarette in labbra.
A spasso con i Tamas (2)
Grazie Antonin
per la tua empatia d’acqua dolce
e in generale
anche per le piogge estive
che bagnano le piante
e le conseguenti dita
se scorrono
su secateur rapaci
Uomini bretoni
come barbe di falegname anziano
su occhi chiari e nasi rossi e grossi
e sigari
e donne slave con leggins di batman
e iching tatuati al collo
Soffia un vento oscuro
sulla tenda azzurra del viaggiatore,
a volte benedetto dal sorgere
di luna piena
su lastre di lago artificiale.
Dal tuffo dell’airone
attraverso il vetro
che essa compone
si erge
un tribunale esteso di rottami
e vecchie macchine
atrofizzate dalla polvere
i cui denti verdi
ruppero e scossero
acini d’uva
per trasformarli in vino.
A spasso con i tamas 3
Con in gola il fumo di Aziz
che è magro e ha nel naso
alcune stelle
che lo tengono sveglio
tra le vigne
I gitani
Noah, Solomon e David
hanno barbe incolte
e pance estese
dalla mattutina birra,
e senza filtro
le loro gole.
È vero che t’avevano urlato
adirati come patriarchi ebrei
di darti da fare con la cesoia,
ma la loro figlia ti ebbe ingrazia,
alla fine,
e anche le loro mogli
quando ponesti nel grammofono
una raccolta di Django Reinhardt
C’è un vino talmente buono
da avere ancora sabbia
e tralci
e sudore
al suo interno.
Riscalda il respiro
quale faro in notte
e nella notte
assopisce le schiene fraccate,
undici tonnellate d’uva,
St. Lager,
la valle esatta
e il veleno di vespe
che hai in fronte.
A spasso con i Tamas 4
Greg ha i piedi storti
per un incidente,
praticava box tailandese
e adesso lo praticano i suoi figli.
I suoi occhi azzurri sono dolci
e quando si sposta
fa finta di essere un camion
e ride
ed è gentile con tutti
A spasso con i Tamas,
che a volte sono leggiadre ragazze dorate
che vendemmiano
con le madri,
altre volte polacchi giganteschi
con la scure in bocca
ed altre ancora
hanno smesso di parlare.